Il trio sloveno è senza dubbio il fenomeno musicale indigeno più unico e acclamato degli ultimi anni. Il loro è un folk “immaginario” e “proveniente da un universo parallelo”, d’altronde è già racchiuso tutto nel loro nome. In sloveno širom significa “andare lontano” e “dappertutto”, e questa ampiezza semantica rende bene l’idea di una musica in movimento, capace di cogliere e intrecciare modi e influenze eterogenee, riportando la molteplicità a sintesi. Nel repertorio trova espressione un corpo sonoro vastissimo che non solo attinge alla tradizione (viola, ocarina, mizmar, ribab, daf, balafon, guembri, banjo, ghironda, liuto, tambura brač, carillon) ma si avvale anche di oggetti autocostruiti. A dispetto di tale ricchezza strumentale, il sound rimane minimalista e ha un che di sciamanico, muovendosi nella dialettica tra oscurità e luce, mistero e rivelazione. Le loro performance sono magnetiche e coinvolgono gli ascoltatori in un’esperienza rituale, potente e immersiva.
Ana Kravanja: viola, daf, ocarine, mizmar, balafon, ribab, oggetti vari, voce
Iztok Koren: guembri, banjo, tamburo da carro armato, grancassa, percussioni, balafon, oggetti vari, campanelli
Samo Kutin: ghironda, tampura brač, lira, liuto, brač, carillon, balafon, tamburo a cornice, ocarina, risonatori acustici, oggetti vari, voce
Nell’ambito di Musical Dialogues 2025
Entrata libera. Posti limitati, consigliata la prenotazione: 0473 230128 – info@mairania857.org